Aguglie o Costardelle fritte

La maniera di cucinare il pesce cambia anche da paese a paese e questo avviene per il pesce più originale… e volgare della gastronomia bruzia, come le “costardelle”, le sarde, i “pisantuni”(della famiglia dei tonnidi), la “cicirella”, la “fravaglia” (miscuglio di piccoli pesci), la “spatola” (pesce sciabola o vela) e così via. E’ una ricetta molto semplice, che è opportuno ricordare, tenuto conto che è una pietanza molto diffusa nella Calabria meridionale, tipica dei mesi estivi durante i quali la pesca delle aguglie e, soprattutto, delle costardelle, è abbondantissima. Se ne ritrova citazione in “Reggio Calabria arcobaleno d’Italia” a cura dell’A.A.S.T. di Reggio Calabria. La ricetta è riportata su “La buona cucina di Calabria” a cura di Carlo Baccellieri – Edizioni Reghion- Reggio di Calabria, 1976.

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Sventrare e pulite accuratamente le aguglie o costardelle, passatele nella farina; introducete il pungiglione delle aguglie o costardelle nella coda in modo da formare un cerchio, friggetele in abbondante olio bollente. Sgocciolatele bene, salate e servite con limone.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Da giugno a settembre.

territorio = TUTTE

INGREDIENTI UTILIZZATI: Aguglie o costardelle, farina, olio, sale.

FORMA: Fusiforme.

DIMENSIONI MEDIE: 25 cm.

PESO MEDIO: 70 gr.

SAPORE: Asciutto e sapido.

ODORE:  Intenso.

AREA DI PRODUZIONE: Costa Viola in Provincia di Reggio Calabria.

Aguglie o Costardelle fritte

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