acqua

Olio essenziale di bergamotto di Reggio Calabria

olio essenziale di bergamotto
olio essenziale di bergamotto

L'”Olio essenziale” è destinato, in forma prevalente, all’impiego in profumeria, ha un aspetto liquido, limpido talvolta con depositi solidi, il colore è da verde a giallo verdastro, con odore caratteristico, gradevole, fresco, richiamante quello del pericarpo del frutto del bergamotto, la densità relativa a 20°C è di 0,976-0,884, con un indice di rifrazione di 1,4640-1,4680, con un residuo all’evaporazione in % di 4,5-6,5, indice di acidità di 2, indice di esteri 86-129. L'”Olio essenziale” ha un potere microbicida ed è disinfettante ed è per queste sue proprietà utilizzato nell’industria farmaceutica e aromaterapia. Le sue caratteristiche tipiche sono ufficialmente codificate dalle Farmacopee francesi, statunitensi ed italiane.

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Caciocavallo Silano

CACIOCAVALLO_silanoIl “Caciocavallo silano” è un formaggio semiduro a pasta filata prodotto esclusivamente con latte di vacca intero, che è consentito termizzare fino a 58°C, per 30″ in caseificio, con l’obbligo di indicarlo in etichetta, di non più di quattro munte consecutive dei due giorni precedenti a quello della caseificazione, proveniente da allevamenti ubicati nella zona geografica delimitata.

Il Caciocavallo Silano è, senza alcun dubbio, fra i più antichi e tipici formaggi a pasta filata del Mezzogiorno d’Italia. Della sua produzione parlava già Ippocrate, nel 500 a.C., discorrendo dell’arte usata dai Greci nel preparare il “Cacio”. L’origine del nome di questo formaggio sembrerebbe ricollegarsi all’abitudine di appendere le forme a cavallo di un bastone orizzontale. La denominazione Silano, invece, deriva dalle origini antiche del prodotto legate all’altopiano della Sila. Continua a leggere “Caciocavallo Silano”

Frittelle di neonata (Cicirella, Frittelle di nanata)

frittelle di neonata

Un antipasto molto sfizioso e gustoso da servire come prima portata durante un pranzo o una cena a base di pesce.La neonata,  detta anche bianchino,gianchetti, pesce ghiaccio ,novellame o come la chiamiamo noi in calabria ” rosamarina” sono i piccoli delle acciughe o delle sardine che vengono utilizzati in cucina per preparare anche primi e secondi piatti, con ricette diverse.Oltre a gustarle calde potete mangiarle anche fredde. Sono ottime.  Continua a leggere “Frittelle di neonata (Cicirella, Frittelle di nanata)”

Alici salate (Alici salati)

alici salate

Il metodo della salatura delle alici è un’antica attività già svolta nell’Alto Medioevo. Veniva utilizzata principalmente dalle popolazioni della costa per conservare le alici. Questi pesci infatti vengono pescati in quantità abbondanti principalmente in primavera ed estate e hanno una limitatissima capacità di conservazione. Continua a leggere “Alici salate (Alici salati)”

Maccheroni con il sugo di capra (Maccaruni ‘i casa cu sugu i capra)

In agosto si tiene la sagra “Carni i capra chi maccarruna” presso Ciminà (RC).

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Pasta: lavorare la farina con l acqua, l impasto ottenuto viene tagliato in cilindretti di 4-5 cm, all interno di ciascun cilindretto viene inserito uno stelo di giunco o un ferro da calza.La pasta viene poi allungata per rotolamento e quindi sfilata.Sugo: sfumare la carne con vino bianco per 15-20 minuti, allontanare man mano la schiuma che si forma durante la sfumatura. A parte preparare il sugo con olio, abbondante cipolla, alloro, basilico. Aggiungere la carne sfumata e lasciare cuocere a fuoco lento per circa 2 ore.Servire con ricotta salata grattugiata.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Dal mese di luglio al mese di agosto.

territorio = RC

INGREDIENTI UTILIZZATI: Pasta: Farina e acqua. Sugo: carne di capra, vino bianco, cipolla, olio, basilico, alloro, sale. Condimento: Ricotta salata.

Dati relativi al maccherone:

FORMA: Filiforme.

DIMENSIONI MEDIE: Lunghezza pasta circa 10 cm.

PESO MEDIO: 5 gr.

SAPORE: Deciso e pieno.

ODORE: Forte.

AREA DI PRODUZIONE: Costa jonica della Provincia di Reggio Calabria.

La pasta fece la sua prima apparizione sulle mense calabresi già nel VII sec. a.C., la sua presenza si è consolidata, anche in senso quantitativo, con la dominazione araba e nei successivi momenti storici. Nella sua evoluzione dinamica essa si arricchì di forme e sapori. L uso più tradizionale rimane, comunque, quello dei maccaruni  è casa.Il termine maccherone è di origine greca (macarios) e significa  cibo divino  o meglio  cibo che dà la felicità . Si deve ai bizantini l introduzione nella gastronomia calabrese della carne di capra, di maiale e delle verdure.

Torrone gelato (Turruni gelatu)

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Fare bollire le mandorle, togliere loro le pellicine e tagliarle a filetti, lasciarne qualcuna intera. Impastare lo zucchero a velo con le essenze e l’acqua, aggiungere i canditi tagliati a pezzetti irregolari. Stendere l’impasto su un telaio, aiutandovi con una spatola bagnata, in modo da ottenere uno strato spesso circa 5 cm.; lasciare riposare all’aria almeno 24 ore. Tagliare l’impasto indurito a riquadri e immergerli nel cioccolato fuso a bagnomaria.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.

territorio = RC

INGREDIENTI UTILIZZATI: Frutta candita (cedro, arancio, zucca colorata, ciliegie), mandorle sgusciate, zucchero a velo, cioccolata fondente, essenze aromatiche (limone, mandarino).

FORMA: Tronco.

DIMENSIONI MEDIE: Lungo 20 cm. e largo 10 cm.

PESO MEDIO: 500 gr.

SAPORE: Dolciastro.

ODORE: Frutta candita.

AREA DI PRODUZIONE: Reggio Calabria, Bagnara Calabra.

“Veniva poi il turno dei torroni, la cui tipologia pur non raggiungendo quella di oggi, era abbastanza ampia. Oltre al tradizionale torrone gelato, il più delle volte fatto in casa, vi erano i torroni….” :  Tratto da “Quando a Reggio non c’erano i cornetti” di Giuseppe Polimeni pubblicato su Calabria Sconosciuta n. 58 – anno XVI, 1993.Dolce tipico di Reggio e Bagnara legato alla feste natalizie.Citato su:- “Quando a Reggio non c’erano i cornetti” di Giuseppe Polimeni pubblicato su Calabria Sconosciuta n. 58 – anno XVI, 1993;- “Il libro d’oro della cucina e dei vini di Calabria e Basilicata” di Ottavio Cavalcanti, Editore Mursia – 1979;- “Panza chjina fa cantari – cucina e vini di calabria” di Ottavio Cavalcanti, P. Perri Editore.

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