grasso

Caciocavallo Silano

CACIOCAVALLO_silanoIl “Caciocavallo silano” è un formaggio semiduro a pasta filata prodotto esclusivamente con latte di vacca intero, che è consentito termizzare fino a 58°C, per 30″ in caseificio, con l’obbligo di indicarlo in etichetta, di non più di quattro munte consecutive dei due giorni precedenti a quello della caseificazione, proveniente da allevamenti ubicati nella zona geografica delimitata.

Il Caciocavallo Silano è, senza alcun dubbio, fra i più antichi e tipici formaggi a pasta filata del Mezzogiorno d’Italia. Della sua produzione parlava già Ippocrate, nel 500 a.C., discorrendo dell’arte usata dai Greci nel preparare il “Cacio”. L’origine del nome di questo formaggio sembrerebbe ricollegarsi all’abitudine di appendere le forme a cavallo di un bastone orizzontale. La denominazione Silano, invece, deriva dalle origini antiche del prodotto legate all’altopiano della Sila. Continua a leggere “Caciocavallo Silano”

Capocollo di Calabria

capocollo_di_calabria_Il “Capocollo di Calabria”, all’atto dell’immissione al consumo presenta le seguenti caratteristiche.

  • Di forma cilindrica, avvolto in pellicola naturale, legato a mano in forma avvolgente con spago naturale.
  • Alla vista presenta un colore roseo o rosso più o meno intenso per la presenza di pepe nero o di peperoncino rosso macinato.
  • Al taglio, si presenta di colore roseo vivo con striature di grasso proprie del lombo suino.
  • Il sapore è delicato che si affina con la maturazione;
  • il profumo è caratteristico e di giusta intensità.

 

Le origini dei salumi calabresi si fanno risalire ai fasti culturali della Magna Grecia, mentre le testimonianze storiche descrivono lavorazioni di carni suine fin dal secolo XVII. In epoca più recente, la produzione di insaccati è attestata dalle statistiche pubblicate a seguito dei censimenti dell’epoca di Gioacchino Murat, nei primi anni del XIX secolo. Tra i più illustri estimatori dei salumi di questa regione c’è Giacomo Casanova, che narra di averli assaggiati con particolare godimento durante un suo viaggio in Calabria, giudicandoli tra i migliori che avesse mai provato. Continua a leggere “Capocollo di Calabria”

Salsiccia di Calabria

Salsiccia di Calabria DOP
Salsiccia di Calabria DOP

La “Salsiccia di Calabria” all’atto dell’immissione al consumo presenta le seguenti caratteristiche.

  • La forma è cilindrica intrecciata nella caratteristica forma a catenella, di lunghezza che varia da 40 ad 80 cm., o legata nella caratteristica forma ad “U”.
  • Al taglio risulta a grana media, con il grasso ben distribuito, di colore rosso naturale o rosso vivace a secondo che nell’impasto è utilizzato il pepe nero o il peperoncino rosso, dolce o piccante.
  • Il profumo più o meno intenso naturale, la sapidità è equilibrata o più intensa (piccante).

L’origine della tradizione salumiera calabrese risale, probabilmente, all’epoca della colonizzazione greca delle coste ioniche e ai fasti della Magna Grecia. Le testimonianze storiche descrivono lavorazioni di carni suine fin dal secolo XVII. In tale epoca si colloca il primo riferimento scritto, inserito in un’opera intitolata “Della Calabria Illustrata”, dove si fa menzione di un ampio utilizzo della specifica tecnica di lavorazione della carne suina. In epoca più recente la produzione di insaccati in Calabria è attestata da statistiche, pubblicate a seguito di censimenti dell’epoca di Gioacchino Murat, risalenti ai primi anni del XIX secolo. In tali documenti si evidenzia anche l’utilizzo di spezie e aromi derivati da piante locali per dare maggiore sapidità alle carni.Tra gli illustri testimoni della bontà dei salumi calabresi c’è Giacomo Casanova. Egli narra, nelle sue memorie, di aver pranzato, durante un suo viaggio in Calabria, presso la mensa del vescovo Francescantonio Cavalcanti. Qui degustò i salumi della Calabria giudicandoli i migliori che avesse mai mangiato. Continua a leggere “Salsiccia di Calabria”

Pancetta di Calabria

La ” Pancetta di Calabria”, all’atto dell’immissione al consumo presenta le seguenti caratteristiche:

  • Forma rettangolare con uno spessore variabile tra 3 e 5 cm.
  • Colore della parte esterna rosso, marcato dalla presenza di polvere di peperoncino.
  • Aspetto al taglio roseo, con striature sottili alternate di magro e di grasso.
  • Il profumo è intenso naturale.
  • Buona la sapidità.

Le origini dei salumi di Calabria si fanno risalire al periodo della colonizzazione greca delle coste ioniche e ai fasti culturali della Magna Grecia. Le testimonianze storiche descrivono lavorazioni di carni suine fin dal secolo XVII. In tale epoca si colloca il primo riferimento scritto inserito in un’opera intitolata “Della Calabria Illustrata”, dove si fa menzione di un ampio utilizzo della specifica tecnica di lavorazione della carne suina. In epoca più recente la produzione di insaccati in Calabria è attestata da statistiche pubblicate a seguito di censimenti dell’epoca di Gioacchino Murat (primi anni del XIX secolo). In tali documenti si evidenzia anche l’utilizzo di spezie e aromi, derivati da piante locali, per dare maggiore sapidità alle carni. Tra gli illustri testimoni della bontà dei salumi calabresi vi è Giacomo Casanova. Egli narra, nelle sue memorie, di aver pranzato, durante un suo viaggio in Calabria, presso la mensa del vescovo Francescantonio Cavalcanti. Qui assaggià i salumi della Calabria, giudicandoli i migliori che avesse mai mangiato. Continua a leggere “Pancetta di Calabria”

Uova e curcuci (Ova chi curcuci)

curcuci
curcuci

I “curcuci”, sono i residui che si concentrano nel fondo della “caddara” dopo la preparazione delle “frittole”. Sono pezzettini di carne e grasso e si conservano in contenitori per essere degustati durante tutto  l’anno in quelle che sono delle specialità gastronomiche di Reggio Calabria.

I curcuci si possono consumare semplicemente facendoli “squagliare” piastrandoli  con il pane di grano o facendo delle bruschette al forno. Sono ottime per insaporire la pasta e fagioli o accompagnate alle uova fritte.

Una pietanza particolare, nella quale questo alimento è ingrediente fondamentale, è la polenta con broccoli e curcuci.

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‘nduja

nduja
‘nduja

Il termine ‘nduja è probabilmente di origine francese. Infatti in questa lingua la parola “andouille” significa salsiccia di trippa francese. La sua introduzione in Calabria probabilmente si deve ai francesi durante il periodo napoleonico. Altre fonti ritengono che nel ‘500 siano stati gli spagnoli ad introdurre il consumo della ‘nduja in Calabria. Il prodotto è storicamente un alimento povero destinato al consumo delle classi sociali meno abbieti e si afferma, oltre che per il suo valore nutritivo, anche per quello terapeutico dovuto all’abbondante presenza di peperoncino. Inoltre il suo abbondante contenuto ha proprietà antisettiche ed antiossidanti.La ‘nduja è un salame tipico in quanto si spalma invece che essere affettato. Generalmente si degusta come antipasto spalmato su pane o su crostini o in alternativa costituisce l’elemento fondamentale di alcuni piatti tradizionali calabresi come “la fileja alla ‘nduja” ed i “fagioli con la ‘nduja”.

Tutti gli anni in agosto si tiene la “Sagra della ‘nduja” in Spilinga (VV).

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Ciccioli (Scarafuagli, Sprinzuli)

Ciccioli
Ciccioli

I tempi di consumo sono piuttosto brevi essendo un prodotto tipicamente invernale. Solitamente gli scarafuagli si spalmano sul pane e sui crostini; rappresentano anche l’ingrediente fondamentale per la preparazione di altri prodotti tradizionali quali: “la pitta ccu scarafuagli” e la “pitta untata”.

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