Morticeddhi o Frutti alla Martorana

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Miste.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Le mandorle triturate vengono impastate con farina, zucchero e aromi, l’impasto così ottenuto viene messo in stampi a riproduzione fedele di frutta, ortaggi, pesce, verdure, etc.I pezzi appena tolti dallo stampo vengono modellati con le dita o con una stecca di legno e quindi colorati individualmente con tinture artificiali.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.

territorio = RC

INGREDIENTI UTILIZZATI: Mandorle, farina, zucchero, aromi vari.

FORMA: Varia.

DIMENSIONI MEDIE: Varie.

PESO MEDIO: Vario.

SAPORE: Granuloso e ricco.

ODORE: Profumo di mandorle intenso.

tradizione = “La sera del 1° Novembre, prima di coricarsi, tutti i bambini ponevano ai piedi del letto le scarpe ben lucidate o le calze. La mattina appena svegli andavano a controllare se durante la notte le anime buone dei defunti le avevano riempite con i “morticeddhi” o “frutti alla Martorana”. Tratto da “Quando a Reggio non c’erano i cornetti” di Giuseppe Polimeni pubblicato su Calabria Sconosciuta n. 58 – anno XVI, 1993.Dolce di marzapane tradizionale legato alla festività della Commemorazione dei Defunti, anche detto frutti alla Martorana dal nome del convento palermitano le cui suore erano specialiste nella produzione di questi dolcetti.Secondo quanto riportato dal Prof. Miggiano (su “Ricordi della vecchia Reggio”) alcuni pasticcieri reggini si costruivano da soli gli stampi tuffando i diversi frutti in un bagno di gesso fuso.Citato dal Prof. Miggiano su “Ricordi della vecchia Reggio”, Laruffa editore – RC, 1973.

Morticeddhi o Frutti alla Martorana

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