latte

Mozzarella

La mozzarella STG può essere prodotta nell’intero territorio della Unione Europea. L’attitudine alla “filatura” il caratteristico processo che consente di ottenere i formaggi a pasta filata, tipici del Meridione d’Italia, è posseduta sia dal latte di bufala che da quello di vacca. I due animali sono stati allevati con successo fin dai tempi remoti selezionando per ognuno di essi l’ambiente più idoneo: collinare ed asciutto con foraggi migliori per la vacca, pianeggiante ed acquitrinoso con foraggi grossolani per la bufala. La parola “Mozzarella” deriva dal termine “mozzare”, operazione questa praticata a mano nella fase finale della lavorazione dei formaggi a pasta filata. Nella zone vocate la denominazione “mozzarella” senza alcuna specificazione, era impiegata per i formaggi a pasta filata che si ottenevano impiegando la tecnica tradizionale di filatura utilizzando latte di vacca, latte di bufala o miscele di questi.

Continua a leggere “Mozzarella”

Caciocavallo Silano

CACIOCAVALLO_silanoIl “Caciocavallo silano” è un formaggio semiduro a pasta filata prodotto esclusivamente con latte di vacca intero, che è consentito termizzare fino a 58°C, per 30″ in caseificio, con l’obbligo di indicarlo in etichetta, di non più di quattro munte consecutive dei due giorni precedenti a quello della caseificazione, proveniente da allevamenti ubicati nella zona geografica delimitata.

Il Caciocavallo Silano è, senza alcun dubbio, fra i più antichi e tipici formaggi a pasta filata del Mezzogiorno d’Italia. Della sua produzione parlava già Ippocrate, nel 500 a.C., discorrendo dell’arte usata dai Greci nel preparare il “Cacio”. L’origine del nome di questo formaggio sembrerebbe ricollegarsi all’abitudine di appendere le forme a cavallo di un bastone orizzontale. La denominazione Silano, invece, deriva dalle origini antiche del prodotto legate all’altopiano della Sila. Continua a leggere “Caciocavallo Silano”

Xialuni

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Il prodotto si realizza in due fasi: prima si lavora manualmente l’impasto per la pasta con 1/4 di latte, 3 uova, il lievito naturale e 1/4 di zucchero; quando la pasta è pronta la si lascia riposare. Quindi si prepara l’impasto con ricotta indurita e grattugiata e zucchero, lo si mescola fino a rendere il tutto amalgamato.Si prepara la pasta a mo’ di crostata e si cosparge l’impasto di sopra, quindi lo si inforna nel forno a legna ad una temperatura che può variare fra i 150 e i 180°C e lo si fa cuocere per circa quaranta minuti.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Periodo Pasquale.

territorio = RC

INGREDIENTI UTILIZZATI: Farina di grano tenero, latte vaccino, ricotta vaccina di Ciminà, zucchero, lievito naturale (tutti gli ingredienti sono di provenienza locale).

AREA DI PRODUZIONE: Cirella di Platì, Platì, Ciminà, San Nicola di Ardore (tutti in Provincia di Reggio Calabria).

Questo dolce viene realizzato nel periodo pasquale nel territorio di Platì e Ciminà. Ha una tradizione prettamente familiare ed una produzione esclusivamente locale (fuori dal comprensorio di Platì e Ciminà e sconosciuto); la ricetta viene tramandata da madre in figlia da almeno 3/4 generazioni. Non si conoscono varianti di questo prodotto.

Tartufo di Pizzo

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Miste.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: L’impasto e la pastorizzazione del composto avviene con i macchinari da gelateria.La copertura successiva del prodotto viene fatta manualmente, con cacao e zucchero.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.

CONSERVAZIONE: Il composto, prima della commercializzazione, viene riposto in freezer per una settimana.

territorio = VV

INGREDIENTI UTILIZZATI: Latte, zucchero, uova, nocciola, cacao, aromi naturali.

FORMA: Sferica imperfetta.

DIMENSIONI MEDIE: 10 cm.

PESO MEDIO: 200 gr.

SAPORE: Dolce.

ODORE: Tipico.

COLORE: Cacao.

AREA DI PRODUZIONE: Comune di Pizzo Calabro (VV).

Antico prodotto tradizonale della pasticceria familiare ed aziendale del Vibonese. Rappresenta il gelato sicuramente più famoso in Calabria, da qualche anno, le aziende artigianali che lo producono, lo commercializzano presso moltissimi ristoranti e bar presenti su tutto il territorio calabrese. E’ stato chiamato tartufo perchè la forma ed il colore somigliano tantissimo al più famoso “tartufo nero”. Per la produzione non vengono usati coloranti, conservanti, additivi, edulcolanti, radiazioni ionizzanti e non vengono aggiunti elementi nutritivi di sintesi.

Tartine di sanguinaccio (Tartini i sanguinacciu)

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Filtrare il sangue per togliere eventuali impurità e versarlo in una casseruola. Unire il mosto cotto oppure il latte, lo zucchero, il cacao ed un po’ di cannella, precedentemente pestata nel mortaio insieme ai chiodi di garofano. Farlo cuocere a fuoco lento, rimestando con delicatezza ed a lungo. Il sangue dovrà addensarsi in una crema, solo allora aggiungere al sanguinaccio le mandorle e le noci tritate grossolanamente, l’uvetta già ammorbidita ed i pinoli. Riempire le tartine e servire ben freddo.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.

territorio = RC

INGREDIENTI UTILIZZATI: Sangue di maiale, zucchero, mosto cotto o cioccolato fondente, latte, amido o fecola di patate, uvetta sultanina, pinoli, mandorle, gherigli di noci, cannella, chiodi di garofano.

FORMA: Tartina.

DIMENSIONI MEDIE: 5 – 6 cm.

PESO MEDIO: 50 – 70 gr.

SAPORE: Deciso.

ODORE: Intenso.

tradizione = Si prepara e si consuma nello stesso periodo (invernale) in cui si celebra il rito delle frittole del maiale, proprio per le sue caratteristiche di consistenza, robustezza e “pesantezza”. Il “massaro” raccoglie il sangue del maiale ancora caldo in un secchio, lo mescola ininterrottamente per alcuni minuti per evitare che coaguli.Era in uso sin dal XIX secolo, veniva servito durante i matrimoni su cialde o crostoni zuccherati, o fritto o salato e piccante.La ricetta è riportata su “Il libro d’oro della cucina e dei vini di Calabria e Basilicata” di Ottavio Cavalcanti, Editore Mursia – 1979.

Pizziccull’ova

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

pizzacculoviTECNICHE DI LAVORAZIONE: In una terrina sbattere 6 uova. Aggiungere lo zucchero ed il latte e successivamente, il lievito, lo strutto e la vaniglia. Setacciare la farina e lasciarla cadere a fontana sulla spianatoia. Disporre al centro l’impasto precedente. Impastare delicatamente, formare una pasta e lasciarla riposare per circa 6 ore, impastare ancora velocemente e formare delle pagnottelle adatte “pupille” e sistemare nel centro delle uova fresche, pressando lievemente. Lasciare riposare le forme per altre 4 ore. Ungere d’olio le teglie, infarinare e disporre le forme. Passare in forno a 200°C per il tempo necessario.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.

CONSERVAZIONE: Circa 20 giorni.

territorio = CS

INGREDIENTI UTILIZZATI: Farina, zucchero, uova, lievito, strutto, latte e vaniglia.

FORMA: Ovale.

DIMENSIONI MEDIE: Varie.

PESO MEDIO: 100 gr.

SAPORE: Dolce.

ODORE: Delicato.

COLORE: Giallo.

AREA DI PRODUZIONE: Amantea – Belmonte Calabro (CS).Prodotto tradizionale della pasticceria familiare e aziendale del basso tirreno cosentino.

Animaletti di provola

Questo particolare prodotto è tipico del comune di Marcellinara. Alla pasta viene data la forma di cavallo. Una variante è data dalla lavorazione a forma di cavallo con cavaliere armato di sciabola, pistola e zaino oppure con armature medioevali. Tutta la lavorazione viene effettuata esclusivamente a mano. attualmente gli animaletti vengono confezionati su ordinazione per esposizioni gastronomiche oppure per farne un omaggio.

animaletti-provola
animaletti-provola

Riferimenti storici:

  • AA.VV. – Atlante dei prodotti tipici: i formaggi – a cura dell’INSOR – Milano 1990, Angeli ed.;
  • CNR – I prodotti caseari del mezzogiorno – Progetto strategico – Milano 1992 ARSSA.

Esiste, inoltre,  documentazione che comprova la tradizionalità del prodotto su testi di cucina calabrese e di storia delle tradizioni popolari.

Continua a leggere “Animaletti di provola”

Torna su